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XIII

Prima dell’ora di pranzo, sopraggiunse Paolo, frattanto madama Ramati, Laura ed Ermanno, erano passati in una bella e fresca sala d’estate i cui ampii finestroni accoglievano tutta la poc’aria che veniva dal giardino; ivi stettero molto tempo discorrendo, e madama Ramati mise in pratica tutte le possibili gentilezze col suo giovane ospite, il quale dopo tante premure finì per riprendere la sua abituale franchezza.

Il pranzo fu piuttosto animato, Paolo era un prodigio di giovialità e compiacevasi nel far ridere il signor Ramati a più non posso. Laura stava accanto ad Ermanno, e più volte mentre fingeva di assecondare l’ilarità del padre, aveva compresso il piede al suo commensale. Ermanno non sentiva, non vedeva più a lui d’attorno altri che la giovinetta; il pranzo durò più di due ore fra le risate e l’allegria da una parte, sorrisi e sospiri dall’altra — Verso la fine, madama Ramati prese parola di una certa signora di sua conoscenza, che era amantissima della musica e brava dilettante, e terminò dicendo di averle promesso che alla prima occasione della venuta di Ermanno, non mancherebbe di presentarglielo —

Ermanno aderì di buon grado, e fu deciso che alla dimane si fisserebbe l’ora di quella visita. — Finito il pranzo il signor Ramati volle ad ogni costo sentire un po’ di musica eseguita da Ermanno, e si dovette