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sarà permesso dire che una madre in tal condizione non pecca certo per eccesso di prudenza, ne può adontarsi per certe preoccupazioni innocenti che potrebbero ancora esercitare su lei qualche debole riflesso.
Madama Ramati si compiaceva dunque colla massima confidenza delle ingenue manifestazioni di Laura, e la lasciò liberamente favellare con Ermanno, certa che ciò le faceva gran piacere.
I nostri giovani innamorati dopo brevi minuti erano padroni del campo, nè si curavano di coloro che stavano presenti, e parlando di cose da nulla trovavano modo di inebbriarsi a vicenda dimenticando di essere alla presenza di altre persone.
Oh quanti sguardi, quanti sorrisi, quante promesse d’amore vennero scambiati fra di loro!
Laura era raggiante di contentezza; parlava in fretta movendosi in mille guise, agitando le mani sorridendo, e sospirando in un punto; il colorito del di lei volto erasi animato di una tinta rosea eccitata dalla piena dell’emozione. Sedeva sul divano accanto ad Ermanno, ma non conservava la stessa posa più di un secondo. Le sue mani erravano dappertutto, ora a scomporre le pieghe delle vesti, ora ad aggiustarsi i biondi capelli intrecciati con tutta grazia, ora tormentando una fila di perle che le cingevano il collo; e più spesso stringendo le mani del giovane con tutta effusione.
Non eravi moto o gesto che non tradisse l’amore della giovinetta, ed Ermanno stava estatico a guardarla, anzi ad ammirarla, perchè in tutto quel disordine egli scopriva la reale esistenza dell’affetto. Quell’inquietudine, quella febbre d’agitazione provavano chiaramente il dilatarsi d’un cuore che si sente vicino all’oggetto desiderato per tanto tempo. —
Frattanto entrò il signor Ramati; eccellente persona di una bontà senz’esempio, pacifico e tranquillo