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ampia testimonianza della vittoria riportata dall’amore sulle puerilità della giovinezza. — Laura non era più la fanciulla amata, ma la donna che amava.
Le prime parole tradivano la confusione delle loro anime, e scorgevasi palesemente che la piena della gioia non aveva trovato uno sfogo sufficiente in quella semplice stretta di mano. — A poco a poco però Laura prendendo lena e coraggio divenne più loquace ed espansiva; fece mille e mille pressanti domande ad Ermanno su tutto quanto egli aveva fatto durante la loro separazione, e parlando calorosamente non si accorgeva di stringergli spesso le mani, e di dimostrare forse troppo la sua allegrezza.
Madama Ramati non si sorprese punto della eccessiva espansività di Laura; anzi ne era molto contenta in cuor suo, pensando essere quella la prima volta dopo tanti giorni che sua figlia dimostrasse di essere lieta.
— Bisogna dirlo, sclamò essa volgendosi a Paolo, questo simpatico Ermanno, si fa da tutti amare, e la mia Laura è tutta gioia quando può vederlo. —
In quelle parole si racchiudeva un’ingenuità veramente materna, giacchè chiunque altro si sarebbe d’un tratto avveduto che l’intimità di Laura ed Ermanno era tutt’altro che il frutto di una semplice amicizia. — A giustificazione però della madre, si può addurre l’aver ella sempre considerata la figlia come una ragazza lontanissima ancora dal prendere sul serio una relazione qualunque ella fosse. Il rapido cambiamento di Laura non sfuggì certo alla sua penetrazione, ma ne attribuì una causa più fisica che morale.
Tutto ciò è necessario dichiarare affinchè niuno possa supporre che la madre a quell’epoca avesse qualche sospetto del vero; d’altra parte madama Ramati poteva esser ancora una bella donna, per cui ci