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po’ per il resto, si sentiva un gran caldo nelle orecchie.
Gaudenzio, stimolato dall’allegria, ordinò una fonduta con tartufi, malgrado le opposizioni di Martina che voleva sbrigarsi per uscire all’aria fresca.
— Ma qui se sta bene!
Martina, rassegnandosi, trovò il modo di slacciarsi un crocchetto del busto, e per stare ancora meglio, smollò la solita scarpetta.
Il professore si era spicciato già da un pezzo del suo pranzo, e stava lì con l’ultimo sgocciolo nel bicchiere, piegandosi ai discorsi dei suoi commensali, come venivano.
L’affabile e franca espansività del signor Gaudenzio gli andava a genio, e sopratutto gli piaceva la schiettezza popolana che costituiva il buon fondo del droghiere, uomo greggio, poco stacciato, un po’ impiattito dalle consuetudini bottegaje, ma con residui abbondanti di buon senso e di buon cuore.
Madama Martina invece era più tollerata che accetta al professore. Ella aveva troppi scatti di plebea violenza, rabbiuzze, dispettucci volgari troppo pronti, ed albagie goffe di pettegola pretensiosa, refrattaria ad ogni delicatezza di civiltà.