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gio degli affari, e le due figlie sorvegliavano il resto. La casa che abitava era sua, eppoi aveva anche un piccolo podere, oltre ad un gruzzolo di risparmii in cedole.

Il professore stava a sentirlo con la cortese compiacenza delle persone educate, e Gaudenzio, incoraggiato, andava più in fondo negli intimi particolari di famiglia.

Per esempio, quel suo unico figliuolo, quel benedetto Leopoldo, anni addietro gli aveva dato dei fastidii per un suo amorazzo con la figlia dell’oste; una civettina che a furia di amoreggiare all’oscuro sotto il portone, con questo e con quello, aveva finito per trovarsi col grembiale troppo stretto.

E quel baggeo di suo figliuolo si pigliava sul serio la paternità, e sarebbe andato fino alla bestialità di sposare quella Rosina senza meriti e senza quattrini.

Per fortuna la sua Martina ha muso duro, ed a fargliela ci vogliono tutti i santi diavoli. Fu lei che si cavò d’impiccio obbligando l’oste e la figlia a metter berta in sacco.

Adesso non c’era più pericolo di matrimonio, perchè Rosina era morta da quasi quattro anni, dando alla luce un bambino; è vero che le comari