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— Ma è un peccato che vadano via proprio domani che c’è festa, musica e illuminazione della piazzetta.
Gaudenzio non sapeva di niente, e guardando Martina come per avere il suo consiglio, rispose:
— Andà o restare per noi l’è l’istesso. L’è quel albergo che ne da fastidi!
— È presto rimediato — esclamo il professore, — vengano al Merlo Bianco! garantisco che si troveranno soddisfatti... e se credono, ci faremo un po’ di buona compagnia.
— L’è un affare serio, — obbiettò Gaudenzio, — come se fa? Gabbiamo la roba all’albergo.
— Oh per quel lì, — interruppe Martina — per quel lì, cunt i noster danè, se va dova ne par e ne pias!
Decisamente anche madama trovava di suo genio la faccia da galantuomo del professore, e lì per lì, la faccenda fu intesa, e sor Gaudenzio ebbe un lampo di consolazione quando il professore concluse dicendo:
— Così stasera faremo insieme un boccone di cena, e quattro chiacchiere da buoni amici.
Pagarono lo scotto; madama ricalzò lo stivaletto, e tutti e tre s’incamminarono alla discesa.