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salti da becco, era già sulla gradinata della terza cappella, gridando:
»La rinunzia — in dove si vede Francesco mezzo ignudo che rinunzia al padre ogni suo avere di famiglia! Le statue sono del Prestinari. La figura rappresentante il vescovo di Assisi è il ritratto del venerando vescovo Bescapè fondatore della cappella.»
I contadini cercavano con gli occhi alle sbarre questo vescovo; ma il pretaccio abbajava già sull’uscio della quarta cappella:
Regola di San Francesco — e tutti si precipitarono colà scalpitando, urtandosi, e pigiandosi in un mucchio solo.
I Gibella, sempre dietro con andare fiacco, arrivavano sempre in ritardo per la spiegazione, e si contentavano di mettere dopo gli altri il muso all’inferriata, guardando le statue con una voglia di basire cento miglia lontano.
Ma a cavarsela era il guaio! Lo scagnozzo li teneva d’occhio, e spesso li impegnava rivolgendo loro direttamente alcuni schiarimenti. Sor Gaudenzio ne aveva una piena tremenda; ma bisognava rassegnarsi e andar dietro a quello zoccolone.
I contadini stracchi, sbalorditi dalla cantilena na-