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ippocastani della piazzetta si vedeva l’isola, e più in fondo, sul pelo lucente dell’acqua, biancheggiavano soleggiate le cave di Alzo, e la ridente riviera di Pella.

Ma i Gibella voltavano le spalle al panorama e guardavano i quadri della parete.

Con dodici soldi si rifocillarono, e uscirono soddisfatti per vedere il battello che allora allora approdava.

Sul ponte di sbarco v’era un crocchio di persone che parevano di alto bordo. Dame e signorine incappucciate entro a cappelloni di pizzo bianco con la visiera lunga un palmo ripiegata sulle orecchie.

Una signora con abbondanze matronali, sfoggiava al sole l’opulenza massiccia delle sue forme; sotto il giubbetto svolazzante di trine, ponzava un seno monumentale, e dietro sul guardinfante eretto, altero, spiegava una cascata di drappeggi e di nastri.

Le altre signore, e le damigelle affusolate, stremenzite sotto le costrutture del busto, parevano la covata di quella gran chioccio troneggiante sulla spiaggia.

Sor Gaudenzio fece molte considerazioni recondite sul volume carnoso di quella bella damona, e