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un Rhum, ed appena seduto, tentò ancora di tanagliare quei poveretti riprendendo il filo delle sue litanie.

— Si fermano qui domani?

I Gibella si guardarono allibiti, e non fiatarono.

Quando si trattò di pagare, il Noretti fece un’altra chiassata; voleva ad ogni costo pagare lui, e quasi quasi pigliava per la gola Gaudenzio per persuaderlo; indi con passo malandro da ubbriaco, ruzzolò quasi addosso alla padrona, e pagò.

Madama Martina accesa di collera e di vergogna afferrò il marito per il braccio, e lo trascinò fuori nolente volente; attraversarono la piazzetta come due fuggiaschi, rientrarono nell’albergo, e subito su in camera.

E quando la moglie ebbe chiuso a doppio giro di chiave, sclamò:

Ch’el vada su la forca quel asnon... lù e la so morosa!

Il signor Noretti, vedendosi disertato, andò a sedersi sotto il viale della piazzetta, in faccia al lago.

Suonavano le dieci. Si chiudevano le botteghe, sparivano i lumi dalle finestre, e la piazza spopolata e silenziosa si immergeva nel bujo.

Sotto l’oscurità del viale passeggiava l’elegante