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— E quell’altro, è il suo ganzo!

Che el stia savi na volta! — grugnì il droghiere ributtandolo sulla sua sedia.

Ma colui non si diede per inteso, e continuò le sue chiacchiere.

La tavoleggiante portò ai Gibella un bel piatto di crema gialla, spumante; ma Gaudenzio aveva perso la bussola: quel fanfarone gli gravitava sullo stomaco, avvelenandogli la consolazione di quel buon pranzetto così bene incominciato.

— E così? — saltò a dire Noretti rivolgendosi a Martina — e così, lei signora se la spassa onestamente in compagnia di suo marito! Brava, così fanno le donne dabbene! — e poi più forte, con intenzioni dedicatorie: — Ah! ne conosco delle altre... delle altre, che vanno per il mondo a godersela con un marito provvisorio!...

E dopo questa frecciata, tracannò una bicchierata in un sorso.

Già due volte il compagno della grossa signora aveva voltato il suo ciuffo di galletto verso quel begolone, dando segni di non potersi contenere; ma la signora lo tenne in sesto con occhiate supplichevoli.

Nelle altre tavole erano cessati i discorsi, tutti stavano a sentire.