Pagina:Cagna - Alpinisti ciabattoni.djvu/200

184

cratica, ecco finalmente una persona di grado, degna di considerazione; ecco finalmente un vero e serio gentiluomo, col quale si poteva barattare senza scrupoli qualche parola. Ormai era ristucco di quella riviera troppo democratica, frequentata da bottegai in vacanza, ed altri consimili viaggiatori di terza classe.

E ruminando cotali pensieri, il signor Rulloni squadrava con occhiate di fraterna ammirazione l’elegante incognito. Ah che chic interessante, nobile, dignitoso, quella fascia nera sul braccio!... ecco l’ideale del lutto!

Peccato non averci pensato prima! un mese innanzi, una Rulloni sua cugina se n’era andata al mondo di là, ed egli non si era deciso a mettersi in gramaglia. E perchè no?... Stava tanto bene quella striscia nera! e, lì per lì, il signor Rulloni deliberò che alla prima fermata avrebbe messo il lutto per la sua povera cuginetta.

Decisamente quei due eleganti erano fatti per intendersi, e mentre il lacchè Giuseppino passeggiava nella sua palandrana con gravità da Inglese genuino, il signor Rulloni lo abboccò.

— Che giornataccia!

— Proprio eh!