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Quando si trattò di scantonare, Carlino si rivolse salutando fanciullescamente la povera bestia che lo teneva d’occhio.

— Ciao Toni... a rivederci!

Toni scodinzolò ancora una volta, e quando la strada fu deserta, lentamente, quasi malinconico, si avviò verso la sua casupola, prendendo la scorciatoia su per l’erta.

La giornata precipitava; squallivano intorno i folgori erubescenti del tramonto, le montagne e le valli s’immergevano nel ceruleo bigio; gli alberi e i casolari posti sulle alture, si profilavano nereggiando sul cielo crepuscolare, e già il grave silenzio della notte incombeva sulla valle.

Da un’altura soprastante alla stradicciuola, scendeva una comitiva di signori chiaccherando e ridendo clamorosamente. Era la compagnia del procuratore Begozzi; l’avvocatone allegro, i giovinotti e le signore, avevano merendato allegramente all’Alpe, ed ora scendevano giocondi e chiassosi verso Oira, per tornare a casa nella stessa sera.

L’avvocatone aveva fatto sganasciare la compagnia con le sue barzellette, e le signorine non istavano più nel busto, un po’ per il gran ridere, ed un poco anche per l’esuberante merenda divo-