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Il professore guardava con un sorriso intelligente e commosso quella vecchiaia stanca, cadente, e tuttavia fiduciosa e serena, e pensava:
Pensava che queste molecole animate dal sentimento del dovere, costituiscono l’immane blocco dell’edifizio sociale, nella stessa guisa che le goccioline stillanti dal secreto delle roccie, portano il loro ignorato e potente contributo agli oceani sterminati.
Pensava che senza queste anime buone disseminate a milioni e milioni nel pattume del mondo, i tristi, gli infingardi, gli egoisti scalzerebbero in meno di un secolo tutte le conquiste e le istituzioni della civiltà.
Pensava a Edgardo Quinet, che nella luminosa sintesi filosofica dello Spirito Nuovo, ha così efficacemente rivelato l’incosciente organizzazione di queste cellule del bene; militanti a falangi sotto la stessa bandiera, collegate da un polo all’altro da uno stesso programma di fede, e dal dogma eterno del bene; dogma promulgato senza formole legislative, sprizzato come la luce, come il calore dalla legge suprema che governa ogni cosa nella natura.
Pensava il professore che mentre gli accorti