Pagina:Cagna - Alpinisti ciabattoni.djvu/181


165


atroci sospetti. A momenti colui si sarebbe voltato con quella sua faccia da galeotto, con pistola e coltellaccio, li avrebbe presi per la gola ruggendo con voce da Caruso:

— O la borsa o la vita!

Per la borsa, pazienza! pensava Gaudenzio; glie l’avrebbe data anche subito a semplice richiesta, colle buone, pur di evitare a lui ed a Martina lo spavento di un’aggressione. Ma la sua pelle lasciarla proprio là, in quella gola da lupo! Ah Gesummaria, pur troppo... pur troppo non c’era da sperare! questi briganti svaligiano, poi accoppano, buttano le vittime in un fosso, e buona notte!

Ogni minimo rumore, un alito d’aria nei fogliami, il fruscio di una lucertola, il rumore stesso dei loro passi li metteva in un sussulto di terrore, strozzandogli il respiro. — Pur troppo era finita! Oh perchè mai avevano lasciato il loro bel paesello, e la quiete della famiglia? Difendersi? e come? Gaudenzio non ci pensava nemmeno, non aveva più fiato... era nelle mani d’Iddio. Tornare indietro, fuggire? e dove? avevano forse ancora le gambe?...

Eppoi, colui li avrebbe subito ghermiti in due salti, ferendoli sul colpo con quel coltellaccio da macellaio che aveva in saccoccia.