Pagina:Cagna - Alpinisti ciabattoni.djvu/176

160


Si ricomposero un poco, tirarono innanzi, e quando furono allo svolto del ciglione che gli sbarrava la strada, videro aprirsi una valletta, una piccola scodella verde, solcata da una dolce scriminatura di sentiero.

Se non altro ecco una stradicciuola da galantuomo. Entrambi avevano una sete da Crociati: Martina non ne poteva più, nondimeno rifiutò di bere in un rigagnoletto che scendeva giù bulicando nell’erba.

Tutt l’è istess — disse Gaudenzio — fa cunt de bev del brod! — e tuffò il muso e la barbetta nel rigagnolo, bevendo una lunga sorsata.

Pochi passi più in su, fecero una scoperta che li ravvivò alla speranza.

Proprio nel bel mezzo del sentiero, c’erano le traccie sicure, irrefragabili, del passaggio di bestie bovine.

I Gibella contemplarono per un po’ quei depositi, analizzandoli con gli occhi.

Questa l’è roba fresca de vacca — sentenziò Gaudenzio; dunque o Alpe, o cascina, o casolare, non potevano essere lontani; dunque andando dietro a quei segni...

Ma il busillis era questo: la bestia andava in