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E si diede uno schiaffo sul petto, che guai se lo dava ad un altro!
— Ma no! Ma no!... — ripigliava il signor Begozzi: — santo Dio, non c’intendiamo! Si voleva dire che in mezzo ai buoni, come dappertutto, si infiltrano anche i guastamestieri.
Saltò su il figlio Begozzi inviperito come un galletto, e ringhiò al professore:
— Infine si parlava fra di noi, e lei non è stato richiesto.
E l’avvocatone riavutosi dal primo sbalordimento, in piedi anche lui gridando:
— Insomma lei faccia il suo affare, noi facciamo il nostro!
— È giusto, — rispose il professore con una calma che bolliva di sotto; — è giusto... desidero anch’io di finirla — riprese fra le mani il suo fascicolo di musica e si rimise a leggere, ma con un tremito di convulso che lo sconquassava.
Quella specie di ritirata imbandalzì viepeggio l’avvocato, che volle lanciare un’ultima ed inutile rodomontata sclamando:
— Meno male che ci siamo intesi! — ma con un tono che voleva dire: se non la finisce, glie la faccio finire!