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— Protesto, protesto! — gridò l’avvocato comicamente, — io lascio andare il Volturno, ma per il Marsala, santo Dio, ho proprio una debolezza. Marsala è una gloria d’Italia..... come il Gattinara del sessantacinque!...

La comitiva scrosciò tutta quanta in una risata.

Il professore Augustini voltò un foglio di musica con una strappata violenta, e rivolse di nuovo la faccia fiera verso quei signori.

Il grosso avvocato si accorse di quel brusco movimento, si volse, ed incontrò gli occhiali del professore scintillanti nel vuoto; indi con aria di fare una bravata, e misurando forse la sua autorità dal suo pranzo inaffiato di vini generosi, ricominciò la burletta sullo stesso argomento.

Il professore sudava; si sbottonò il solino, e sfogliazzava nervosamente i fogli della musica; ma l’avvocato, come se proprio avesse intenzione di urtare una suscettibilità, andava dritto a dir corna, ed a mettere stupidi sottintesi sulla leggenda garibaldina, volgendo in una sconveniente comicità le cose più serie.

— Lasciamo stare Garibaldi, — interruppe il signor Begozzi che prendeva le cose sul serio; — lui come lui, era un galantuomo!