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— Piano piano, signorine! — vociò l’avvocato, — non c’è da ridere, quando abbiamo un Baiardo venerando, che tesserà un memorando!

Le signorine allora risero più forte.

— Ecco una bella occasione, questa del Volturno, per fare una partita di caccia, — disse il figlio Begozzi.

— Come come? — tuonò l’avvocato, — non andrai a vedere il memorando? Oh bisogna anzi andarci a questo Volturno... non foss’altro che per assaggiare le polpettine del cavalier Porazzi!

Queste parole dette con gravità, suscitarono un gazzurro di ilarità sfrenata.

Il professore Augustini dall’altra tavola levò di scatto la faccia, e squadrò la comitiva attraverso ai suoi occhiali.

Ma nessuno ci fece caso.

Papà Begozzi prese la parola, smorzando l’allegria con la sua serietà di padre di famiglia.

— Lasciamo andare; queste feste sono piazzate belle e buone, — disse; — la gente oramai ha ben altro da pensare che al Volturno.

— Fosse per Marsala! — interruppe l’avvocato.

— Ma che Marsala! — sclamò il procuratore, — anche a Marsala se non c’era l’Inghilterra.... basta, lasciamola lì...