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— Questo vi farà del bene, mamma... Come stanno i piccini?
— Stanno sani; grazie, signor professore.
I Gibella guardavano con interesse quella scena, e sor Gaudenzio chiese alla vecchia se aveva molta strada da fare.
Rispose il professore per lei:
— Oh, benchè vecchia la Janna ha buona gamba, ed in meno di un’ora sarà nel suo casolare.
E giacchè pareva che i Gibella si interessassero di quella poveretta, il professore continuò:
— Questa povera donna ha settantacinque anni; aveva un figliolo unico, stuccatore, che morì all’estero lontano dai suoi, e la buona Janna è rimasta qui con la vedova del figliolo, e due bambini sulle braccia.
— E Tonì — aggiunse la vecchia sorridendo e mostrando il cane.
— Sicuro, anche Tonì. E così questa poveretta e la nuora si strusciano per tirare innanzi; e Tonì, povera bestiolina, fa la guardia ai piccini. Non è così, Janna?
— Sicuro, sicuro — rispose lei — anche Tonì fa quello che può, per non esser di più.
Il cane forse capì che gli facevano gli onori, e