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Caro Pergami,


Ricordi la bella scampagnata di Valmaggiore? le gite alpestri, le frugali merende sui pascoli verdeggianti, accanto alle cascatelle dei rivoletti gorgoglianti nel muschio? le dispute vivaci, le chiacchierate filosofiche, ed il finale accordo dei nostri pensieri nell’armonia delle cose giuste e sane?

Tu predicavi come un apostolo, io rincalzava gli argomenti, e su, su a rampicarci sulle rocce spalmate di licheni, e più si dilatavano gli orizzonti, più l’aria si affinava, più fermentavano nei nostri cervelli le visioni larghe comprensive della semplicità solenne della natura.

Oh come si ragiona bene colassù, nel silenzio grave delle solitudini alpestri! Come è facile dimenticare le piccinerie, gli attriti quotidiani, e riconoscere la vanità delle infinite sciocchezze, che ci tormentano nella vita febbrosa della città!

Come è bello sentirsi piccini e mingherlini al cospetto dei grandiosi panorami della natura, per