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accanto al fuoco, mettendosi in chiacchiere col professore.
I coniugi Gibella sonnecchiavano appollajati contro la tavola; sor Gaudenzio avrebbe pagato volontieri una vistosa mancia per avere il suo soprabito.
In sala i signori Segezzi facevano colazione con caffè e latte: il capitano Errero sul balcone faceva inalazioni di aria fredda e di fumo di sigaro, per scaracchiare la raucedine catarrosa che aveva sempre nel mattino.
— Che tempaccio, — disse il signor Strepponi — e lei, signor professore, si è messo in viaggio!
— Ah, facezie! — rispose il professore — la pioggia fa del bene alle piante ed agli uomini. È la coda di un temporale: questo vento spazzerà via le nubi nella giornata.
— Dio lo volesse! — gemette madama Segezzi, e spedì subito il marito in cucina per avere la riconferma della buona notizia.
— Sa, professore, — disse il signor Segezzi, — oggi deve arrivare la nostra figliola con lo sposo... Purchè non accadano disgrazie, con questo lago!
— Oh se questo tempo mettesse giudizio! venne a dire l’oste col suo grembialone da cuoco; — aspetto