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dire una parola tranquillante, e madama Segezzi supplicò il marito di consultarlo.
— Scusi, capitano, — sclamò il signor Segezzi entrando nella saletta, — è pericoloso viaggiare sul lago con questo tempo?
— Eh no; andando quedito... sì no, la barca fa pirueta.
— Sul battello, signore, sul battello! — gridò madama.
Il capitano rise forte.
— Ah sul battelo!... Sobrecubierta si prende un poco de acqua, ma non c’è pericol... soga!
Non sapendo se quel soga fosse uno scherzo o un complimento, i Segezzi un po’ mortificati e niente tranquilli, lasciarono cadere il discorso, ed andarono a confidare le loro smanie a madama Strepponi che scendeva in quel momento in veste da camera.
Ma la signora Strepponi aveva i suoi nervi, ed aspettava un brodo con l’ovo per calmarli. Nella notte aveva avuto il solito accesso; quel tempaccio, diceva lei, l’ammazzava addirittura, e non aspettava che un buon momento per fuggirsene a casa sua.
Intanto che madama si sfogava così a mezza voce coi Segezzi, suo marito sorbiva tranquillamente il caffè, discorrendo con la bella figlia dell’oste.