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Ed il signor Segezzi fece un’altra passeggiata per la stanza, e ritornò a letto col foglio e l’astuccio degli occhiali.

La Zina scriveva così:


Cari genitori,

«Siamo a Intra, all’Hôtel della Posta; arrivammo ieri sera, pranzammo e poi, essendo molto stanchi, andammo subito a letto.

Stiamo tutti bene, tanto io che il mio diletto Errico, ma la Svizzera non ci è piaciuta niente affatto, e nemmeno il lago di Ginevra. Se sapeste quanta pioggia abbiamo preso! ma noi eravamo sempre allegri. Domani andremo a Pallanza, ci fermeremo la notte, e poi domenica mattina in carrozza verremo a Omegna per pigliare il battello e venirvi ad abbracciare a Oira.

Addio cara mamma, addio caro papà, a rivederci. Anche il mio Errico vi manda tanti baci.»

La vostra Zina.


Riponendo la lettera, il signor Segezzi si sentì tremolare sugli occhi una lagrima; madama piangeva fin dal principio. Bisognava dunque levarsi subito, far mettere in assetto la camera degli sposi,