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E sul dubbio che il signor Strepponi non avesse ben capito, gli aveva chiesto: comprende?

Povero Strepponi, altro che comprendere! anch’egli era dello stesso parere.

Farsi fusilar.... lasciamo andare; ma era un fatto che il capitano tagliava netto le questioni col suo coltello catalano.

Del resto, lo spagnolo era uomo che non si lasciava facilmente abbordare; pareva lunatico, e qualche volta passava sui piedi dei suoi colleghi di locanda, senza dir: bada.

Era un bell’uomo sulla cinquantina, tarchiato, con un torace atletico, un collo taurino, e certe spalle che spingevano lontano solo a guardarle.

Aveva viaggiato tutti i mari del globo, ed ora in causa di frequenti attacchi artritici, aveva dovuto abbandonare la sua nave per curarsi gli acciacchi.

Sopra Oira possedeva una villetta, ma egli preferiva restarsene sulla spiaggia vicino a quel lago, quella chiazza azzurra e mobile che gli richiamava nei suoi mingherlini rapporti l’aere ampio, e l’infido coltrone spumeggiante dell’oceano.

Era splendido il capitano, cavaliere perfetto, quando non aveva la luna di traverso. Stava tutto il giorno nella sua camera, scriveva, fumava e beveva grappa.