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mangiato, che fare? La spiaggia era come un forno... arrampicarsi su per la montagna? Martina non ci pensava neanche.
La migliore era di ritirarsi in camera e dormicchiare un poco.
Gaudenzio avrebbe pagato Dio sa quanto, a poter volare nel suo botteguccio, e mentre si levava il solino e la cravatta, pensava con un senso di tristezza agli altri quattro giorni che gli rimanevano di quello svago. Si affacciò sbadigliando sul balcone, e guardò la spiaggia schiacciata sotto il sole:
— Ah! bella cosa è il lago! — e gli chiuse la porta in faccia.
Martina trottolava in calzette per la stanza, e quando si ebbe levato la veste ed il busto, e slacciato le sottane, saltò sul letto, e Gaudenzio dopo lei.
Quei due signori che avevano pranzato coi Gibella, rientrarono subito, e mostrando la solita lettera alla padrona, che stava sparecchiando, sclamarono:
— Domani arrivano i nostri sposini!
— Domani? Ah finalmente i signori saranno tranquilli!
— La camera è pronta? — chiese la signora.