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ALLA NOBIL DONNA FELICE LASCHI

VEDOVA

DEL CAV. ARCHITETTO VINCENZO FUNGHINE.



Col dedicare a lei, egregia Signora, questo umile Commentario storico della ceramica toscana, intendo principalmente di onorare come posso la illustre e cara memoria del suo unanime e desideratissimo Vincenzo Funghini. Egli fu un di que’ pochi che, con intelletto ed amore, s’occuparono fra noi del’antica arte de’ vasi e ne scrissero, sostenendo a viso aperto, contro oppositori ostinati, che in Cafaggiolo nel Mugello si lavorarono belle maioliche artistiche. Oltre a ciò, senza perdonare a spese e disagi, egli raccolse nella sua casa d'Arezzo molti antichi oggetti d'arte, fra i qual primeggiano scelti esemplari di maioliche eseguite nelle più celebri Fabbriche d'Italia; e di quella Raccolta, visitata da molti conoscitori, é fatta menzione in libri che trattano di questa materia, con lodi all’intelligente raccoglitore. Le quali lodi postume al suo amato Vincenzo so quanto conforto le rechino nell'acerbo dolore; e vivendo ormai non più di speranze ma di ricordi affettuosi, con vedovile animo concorde, ella conserva ed accresce tale Raccolta, non tanto per adempiere un desiderio di lui, quanto perché le pare che aleggi in essa quello spirito gentilissimo, e si compraccia ancora di cosa che gli fu cara e diletta durante la vita.