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proemio | ix |
lavoro è fatto servire di Appendice ad un altro mag- giore, che da parecchio tempo ho sul telaio, e vorrei che in breve fosse pronto per la stampa.
ce Le dico in confidenza che il detto scritto dovrebbe, in forma di lettera, essere indirizzato al prof. Argnani di costà, a cui può più interessare che ad altri; ma prego la sua discrezione a tenere in sè, per ora, questo segreto, perchè vorrei venir fuori all'improvviso)).
Anche questa minor parte del suo lavoro rimase dunque un desiderio, sebbene se ne trovi qualche traccia ne' suoi studi ed appunti, chè per tutta l'opera andò fermando in molte schede pensieri e giudizi con acutezza di mente, autorità di dottrina e saviezza di critica storica nell' uso dei documenti. E non nel- l' appena incominciato abbozzo di lettera all' Argnani, ma in più d' una delle schede diceva, come chiusa, al conservatore della pinacoteca faentina queste parole, che rivelano la gentilezza dell'animo suo e un po' di bonaria ironia: « E qui in sul chiudere di questa lettera mi permetta, egregio professore, di farle osservare, che mentre da una parte Ella e il comm. Malagola romagnoli, si sono ingegnati di cacciare la fabbrica di Cafaggiolo, come se fosse un' intrusa, dalla storia della Ceramica italiana, senza però riuscire nel loro intento ; dall' altra parte un senese, che per la lunga dimora, per gli uffìcj e studj si reputa ad onore di chiamar Firenze sua seconda patria, non ha pensato