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Di scender tostamente giuso a lei;
     E presi i cani, e archi, e reti stese,
     E ciò che ognuna vi portò con lei,
E con le prede ch’elle avean prese,
     Chi le portava in collo e chi tirando,
     Giuso al fiorito prato se ne scese.
E già eran discese tutte, quando
     Zizzola Dona venne, che soletta
     Sanza richiesta era gita cacciando;
Molti animali avea con sua saetta
     Feriti e presi, ma nessun tenere
     N’avea potuto nè seguir con fretta.
Con l’altre questa si pose a sedere,
     Che della preda avean fatto un gran monte,
     Come a Dïana suto era in piacere.
Levossi Dïana poi con lieta fronte,
     Dicendo: donne gentili e donzelle,
     Ch’ardite, vigorose,liete e pronte,
Avete prese queste bestie snelle,
     Sotto mia provvedenza e con mio ingegno,
     Io vo’ che voi sacrificio d’elle
Facciate a Giove, re dell’alto regno,
     Ed a onor di me, che esser deggio,
     Reverita da voi in modo degno;
Così vi prego e così vi richieggio
     Quanto più posso, onde non siate lente,
     Acciò che nel mio coro aggiate seggio.
Udito questo, la Donna piacente
     Si dirizzò turbata nello aspetto,
     Dicendo: e’ non sarà così nïente: