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Tuccella Serisal, che quindi andava,
Un dardo le prestò, e quella allora
Con tutta la sua forza gliel gittava;
Nel mezzo de’ duo corni un poco fora
Li colse con tal forza, che si fisse,
E quivi si morì senza dimora.
Trasseli quella il core, e poscia disse:
Tuccella andiamo ove ti piace omai,
Ch’io me n’andrei contenta s’io morisse.
Disse Tuccella: certo ragion hai,
Sì fatta pugna hai vinta; e preser via
Al traverso del monte, e giro assai
Pria che trovasser bestia, tuttavia
Mirando ogni cespuglio; e sì andando,
Caterina Caraffa in compagnia
Preser con loroe e givan ragionando
Del lor cacciare e de’ loro accidenti,
Una parola poi l’altra tirando.
Ma con le punte agute in sè battenti
Videro allora un istrice vicino,
Che ruppe loro i lor ragionamenti;
E fermatasi quivi nel cammino,
Tuccella aperse l’arco e lui ferio,
E di quel colpo si morì il tapino.
Caterina Caraffa allor seguio
Con li suoi cani un caprio, che fuggiva
Quanto poteva al monte con disio;
Ma li can di Covella, che reddiva
Al pian, trovaron quello, onde fu morto
Da Caterina, che forte il seguiva.
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