Pagina:Caccia di Diana.djvu/55


47

Tuccella Serisal, che quindi andava,
     Un dardo le prestò, e quella allora
     Con tutta la sua forza gliel gittava;
Nel mezzo de’ duo corni un poco fora
     Li colse con tal forza, che si fisse,
     E quivi si morì senza dimora.
Trasseli quella il core, e poscia disse:
     Tuccella andiamo ove ti piace omai,
     Ch’io me n’andrei contenta s’io morisse.
Disse Tuccella: certo ragion hai,
     Sì fatta pugna hai vinta; e preser via
     Al traverso del monte, e giro assai
Pria che trovasser bestia, tuttavia
     Mirando ogni cespuglio; e sì andando,
     Caterina Caraffa in compagnia
Preser con loroe e givan ragionando
     Del lor cacciare e de’ loro accidenti,
     Una parola poi l’altra tirando.
Ma con le punte agute in sè battenti
     Videro allora un istrice vicino,
     Che ruppe loro i lor ragionamenti;
E fermatasi quivi nel cammino,
     Tuccella aperse l’arco e lui ferio,
     E di quel colpo si morì il tapino.
Caterina Caraffa allor seguio
     Con li suoi cani un caprio, che fuggiva
     Quanto poteva al monte con disio;
Ma li can di Covella, che reddiva
     Al pian, trovaron quello, onde fu morto
     Da Caterina, che forte il seguiva.

.