(Ed a sinistra le mostrò un sentiere)
Ed io terrò di qua, e, quando senti
Fremir le frasche, lascia il tuo levriere.
Così divise andavan pedetenti,
Ogni cespuglio con l’occhio cercando,
Co’ cani appresso, al loro officio attenti.
Ma guar non erano ancor ite, quando
Due lepri si levar correndo forte
Non di lunge da loro, al monte andando.
Di queste fur le giovinette accorte,
E l’una all’altra gridò: Lascia i tuoi,
Non possono scampar che non sien morte:
Ciuffa, gridando, ciascheduna i suoi
Lasciò, correndo dietro a’ passi loro,
Fin che, presa la preda, stetter poi.
A picciol passo poi dopo costoro,
Veniva Caterina Caradente
Guardando un porco, ch’e’ can di coloro
Avean levato, e sè tacitamente
Dietro ad un alber pose, e ver di lui
Uno spiedo drizzò lungo e tagliente.
Di schiuma pien, furioso costui
Venia, da’ can d’ogni parte addentato,
Ed infiammato di nuocere altrui;
E nello spiedo a lui innanzi parato
Ferì con rabbia sì che vi rimase
Da una parte in altra trapassato.
Biancifior Caffettina, che ispase
Avea le reti insieme con Catella
A piè del monte, fieramente invase