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cabala del cavallo pegaseo |
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tre procedendo, verremo ad accorgerci, che non si gionge al principio di scienza, se ogni scienza è per causa. Oltre, dicono, essendo che de le cose, che sono, altre sieno corpi, altre incorporali, bisogna, che di cose, quai vegnono insegnate, altre appartegnano a l’uno, altre a l’altro geno. Or il corpo non può esser insegnato, per ciò che non può esser sotto giudizio di senso, nè d’intelletto. Non certo a giudizio di senso; stante che, secondo tutte le dottrine e sette, il corpo consta di più dimensioni, ragioni, differenze e circostanze, e non solamente non è un definito accidente, per esser cosa obiettabile a un senso particolare, o al comune, ma è una composizione e congregazione di proprietadi ed individui innumerabili. E concesso, se così piace, ch’il corpo sia cosa sensibile, non per questo sarà cosa da dottrina o disciplina, per che non bisogna, che vi si trove il discepolo ed il maestro, per far sapere, ch’il bianco è bianco, ed il caldo è caldo. Non può essere anco il corpo sotto il giudizio d’intelligenza, per che è assai conceduto a presso tutti dogmatici ed Academiei, che l’oggetto de l’intelletto non può esser altro che cosa incorporea. Da qua s’inferisce secondariamente, che non può essere chi insegne, nè terzo, che possa essere insegnato; per che, come è veduto, questo non ha che apprendere o concipere, e quello non ha che insegnare ed imprimere. Giongono un’altra ragione. Se avvien, che s’insegne, o uno senz’arte insegna un altro senz’arte; e questo non è possibile, per che non men l’uno che l’altro ha bisogno d’essere insegnato; o un artista insegna un altro artista; e ciò verrebbe ad essere una baia, per che nè l’uno nè l’altro ha mestiero del mastro; o quello, che non sa, insegna colui, che sa; e questo verrebbe ad essere, come se un cieco volesse guidare colui, che vede. Se nessuno di questi modi è possibile, rimarrà dunque, che quel che sa, insegne colui, che non sa, o ciò è più incon-