l’umano intelletto ha qualche accesso a la verità; il quale accesso, se non è per la scienza e cognizione, necessariamente bisogna, che sia per l’ignoranza ed asinità.
- Cor.
- Nego sequelam.
- Saul.
- La conseguenza è manifesta da quel, che ne l’intelletto razionale non è mezzo tra l’ignoranza e scienza; per che bisogna, che vi sia l’una di due, essendo doi oppositi circa tal suggetto, come privazione ed abito.
- Cor.
- Quid de assumptione, sive antecedente?
- Saul.
- Quella, come dissi, è messa avanti da tanti famosissimi filosofi e teologi.
- Cor.
- Debilissimo è l’argumento ab humana auctoritate.
- Saul.
- Cotali asserzioni non son senza demostrativi discorsi.
- Seb.
- Dunque, se tal opinione è vera, è vera per demostrazione; la demostrazione è un sillogismo scientifico; dunque secondo quei medesimi, che negano la scienza ed apprension di verità, viene ad esser posta l’apprension di verità e discorso scienziale, e conseguentemente sono dal suo medesimo senso e parole redarguiti. Giongo a questo che, se non si sa verità alcuna, essi medesimi non sanno quel che dicono, e non possono esser certi, se parlano o ragghiano, se son uomini o asini.
- Saul.
- La risoluzion di questo la potrete attendere da quel che vi farò udire a presso; per che prima fia mestiero intendere la cosa, e poi il modo e maniera di quella.
- Cor.
- Bene. Modus enim rei rem praesupponat oportet.
- Seb.
- Or fatene intendere le cose con quell’ordine, che vi piace!
- Saul.
- Farò. Son trovati tra le sette de’ filosofi alcuni nomati generalmente Academici, e più propriamente