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50 | cabala del cavallo pegaseo |
- vere, da l’altre, che son false. Ed oltre di quelle cose, che in diversamente complessionati diversi corpi per varie sorti di discipline ho concepute, ritegno ancora l’abito, e di molte altre veritadi, a le quali senza ministerio de’ sensi con puro occhio intellettuale vien aperto il cammino, e non mi fuggono, quantunque mi trove sotto questa pelle e pareti rinchiuso, onde per le porte de’ sensi, come per certi strettissimi buchi, ordinariamente possiamo contemplar qualche specie di enti: si come altrimenti ne vien lecito di veder chiaro ed aperto l’orizonte tutto de le forme naturali, ritrovandoci fuor de la prigione.
- Seb.
- Tanto che restate di tutto si fattamente informato, che ottenete più che l’abito di tante filosofie, di tanti suppositi filosofici, ch’avete presentati al mondo, ottenendo oltre il giudizio superiore a quelle tenebre e quella luce, sotto le quali avete vegetato, sentito, inteso, o in atto o in potenza, abitando or ne le terrene, or ne l’inferne, or ne le stanze celesti.
- Onor.
- Vero; e da tal retentiva vegno a posser considerar e conoscer meglio, che come in specchio, quel tanto, ch’è vero de l’essenza o sustanza de l’anima.
III.
- Seb.
- Soprassediamo circa questo per ora, e venemo a sentir il vostro parere circa la questione, qual ieri fu mossa tra me e Saulino qua presente, il quale referisce l’opinion d’alcune sette, le quali vogliono, non esser scienza alcuna appo noi.
- Saul.
- Feci a certa bastanza aperto, che sotto l’eminenza de la verità non abbiam noi cosa più eminente, che l’ignoranza ed asinitade. Per ciò che questa è il mezzo, per cui la Sofia si congionge e si domestica con essa, e non è altra virtude, che sia capace ad aver la stanza gionta muro a muro con quella. Atteso che