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vere, da l’altre, che son false. Ed oltre di quelle cose, che in diversamente complessionati diversi corpi per varie sorti di discipline ho concepute, ritegno ancora l’abito, e di molte altre veritadi, a le quali senza ministerio de’ sensi con puro occhio intellettuale vien aperto il cammino, e non mi fuggono, quantunque mi trove sotto questa pelle e pareti rinchiuso, onde per le porte de’ sensi, come per certi strettissimi buchi, ordinariamente possiamo contemplar qualche specie di enti: si come altrimenti ne vien lecito di veder chiaro ed aperto l’orizonte tutto de le forme naturali, ritrovandoci fuor de la prigione.
Seb.
Tanto che restate di tutto si fattamente informato, che ottenete più che l’abito di tante filosofie, di tanti suppositi filosofici, ch’avete presentati al mondo, ottenendo oltre il giudizio superiore a quelle tenebre e quella luce, sotto le quali avete vegetato, sentito, inteso, o in atto o in potenza, abitando or ne le terrene, or ne l’inferne, or ne le stanze celesti.
Onor.
Vero; e da tal retentiva vegno a posser considerar e conoscer meglio, che come in specchio, quel tanto, ch’è vero de l’essenza o sustanza de l’anima.


III.


Seb.
Soprassediamo circa questo per ora, e venemo a sentir il vostro parere circa la questione, qual ieri fu mossa tra me e Saulino qua presente, il quale referisce l’opinion d’alcune sette, le quali vogliono, non esser scienza alcuna appo noi.
Saul.
Feci a certa bastanza aperto, che sotto l’eminenza de la verità non abbiam noi cosa più eminente, che l’ignoranza ed asinitade. Per ciò che questa è il mezzo, per cui la Sofia si congionge e si domestica con essa, e non è altra virtude, che sia capace ad aver la stanza gionta muro a muro con quella. Atteso che