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42 | cabala del cavallo pegaseo |
- Seb.
- Non volete dunque, che sia l’intelligenza universale, che muove?
- Onor.
- Dico, che la intelligenza efficiente universale è una di tutti; e quella muove e fa intendere; ma oltre in tutti è l’intelligenza particulare, in cui son mossi, illuminati e intendono; e questa è moltiplicata secondo il numero de gl’individui. Come la potenza visiva è moltiplicata secondo il numero de gli occhi, mossa ed illuminata generalmente da un fuoco, da un lume, da un sole: così la potenza intellettiva è moltiplicata secondo il numero de’ suggetti partecipi d’anima, a li quali tutti soprasplende un sole intellettuale. Così dunque sopra tutti gli animali è un senso agente, cioè quello, che fa sentir tutti, e per cui tutti son sensitivi in atto; ed uno intelletto agente, cioè quello, che fa intender tutti, e per cui tutti sono intellettivi in atto; ed a presso son tanti sensi e tanti particulari intelletti passivi o possibili, quanti son suggetti: e sono secondo tanti specifici e numerali gradi di complessioni, quante sono le specifiche e numerali figure e complessioni di corpo.
- Seb.
- Dite quel che vi piace ed intendetela come volete; chè io ne gli animali non voglio usar di chiamar quello instinto ragionevole intelletto.
- Onor.
- Or se non lo puoi chiamar senso, bisogna, che ne gli animali, oltre la potenza sensitiva ed intellettiva, fingi qualche altra potenza cognoscitiva.
- Seb.
- Dirò, ch’è un’efficacia de’ sensi interiori.
- Onor.
- Tal efficacia possiamo ancor dire che sia lo intelletto umano; onde naturalmente discorre l’uomo, ed è in nostra libertà di nominar come ci piace e limitar le diffinizioni e nomi a nostra posta, come fe’ Averroe. Ed anco è in mia libertà di dire, che il vostro intendere non è intendere, e qualunque cosa, che facciate, pensare, che non sia per intelletto, ma per instinto; poi che l’operazioni d’altri animali più degne, che le