Pagina:Cabala del cavallo Pegaseo con l'aggiunta dell'Asino Cillenico.djvu/57


dialogo ii. 41
dir ch’hanno mano, non hanno peggior instrumento, che la mano?
Onor.
Non hanno tal complessione, che possa esser capace di tale ingegno; per che l’universale intelligenza in simili e molti altri animali per la grossezza o lubricità de la material complessione non può imprimere tal forza di sentimento in cotali spiriti. Però la comparazion fatta si deve intendere nel geno de’ più ingegnosi animali.
Seb.
Il papagallo non ha egli l’organo attissimo a proferir qual si voglia voce articulata? Or per che è tanto duro, e con tanta fatica può parlar sì poco, senza oltre intendere quel che dice?
Onor.
Per che non ha apprensiva, retentiva adequabile e congenea a quella de l’uomo, ma tal, quale conviene a la sua specie; in ragion de la quale non ha bisogno, ch’altri gl’insegne di volare, cercare il vitto, distinguere il nutrimento dal veleno, generare, nidificare, mutar abitazioni, e riparar a le ingiurie del tempo, e provedere a le necessitadi de la vita non men bene, e tal volta miglior - e più facilmente che l’uomo.
Seb.
Questo dicono li dotti non esser per intelletto, o per discorso, ma per instinto naturale.
Onor.
Fatevi dire da cotesti dotti: cotal instinto naturale è senso, o intelletto? S’è senso, è interno, o esterno? Or, non essendo esterno, come è manifesto, dicano, secondo qual senso interno hanno le providenze, techne, arti, precauzioni ed ispedizioni circa l’occasioni non solamente presenti, ma ancora future, migliormente che l’uomo?
Seb.
Son mossi da l’intelligenza non errante.
Onor.
Questa s’è principio naturale e prossimo applicabile a l’operazione prossima ed individuale, non può essere universale ed estrinseca, ma particulare ed intrinseca, e per conseguenza potenza de l’anima e presidente ne la poppa di quella.