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epistola dedicatoria 4

un vase eccellente; ma ancora una scimia, un papagallo, un gattomammone, un asino, e questo allora ch’è necessario, è raro, è dottrinale: e non è de gli ordinari. L’asino indico è prezioso e dono papale in Roma; l’asino d’Otranto è dono imperiale in Costantinopoli; l’asino di Sardegna è dono regale in Napoli, e l’asino cabalistico, il qual è ideale e per conseguenza celeste, volete voi, che debba essere men caro in qual si voglia parte de la terra a qual si voglia principal personaggio, che per certa benigna ed alta repromissione sappiamo, che si trova in cielo il terrestre? Son certo dunque, che verrà accettato da voi con quell’animo, con quale da me vi vien donato. Prendetelo o padre, se vi piace, per uccello! perch’è alato ed il più gentil e gaio, che si possa tener in gabbia. Prendetelo, se ’l volete, per fiera! perch’è unico raro, e pellegrino da un canto, e non è cosa più brava, che possiate tener ferma in un antro o caverna. Trattatelo, se vi piace, come domestico! perché è ossequioso, comite e servile, ed è il miglior compagno, che possiate aver in casa. Vedete, che non vi scampe di mano! perchè è il miglior destriero, che possiate pascere, o per dir meglio, vi possa pascere in stalla, miglior familiare, che vi possa esser contubernale e trattenimento in camera. Maneggiatelo come una gioia e cosa preziosa! perché non possete aver tesoro più eccellente nel vostro ripostiglio. Toccatelo come cosa sacra, e miratelo come cosa da gran considerazione! perché non potete aver miglior libro, miglior imagine e miglior specchio nel vostro gabinetto. Tandem, se per tutte queste ragioni non fa per il vostro stomaco, lo potrete donar ad alcun altro, che non ve ne debba essere ingrato. Se l’avete per cosa ludicra, donatelo a qualche buon cavaliero, perché lo metta in mano de’ suoi paggi, per tenerlo caro tra le scimie e cercopitechi! Se lo passate per cosa armentale, ad un contadino, che gli done ricetto tra il