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AVVERTENZE E INFORMAZIONI GENERALI.


La Guida d’Italia della C.T.I., di cui fa parte anche questo volume dedicato all’A.O.I., ha lo scopo precipuo di guidare praticam. il turista nella visita delle città e regioni d’Italia e delle colonie italiane, spiegandogliene i molteplici aspetti principalmente dal lato fisico, storico, artistico ed economico. A questo fine sono ordinate la sostanza dell’informazione, la disposizione della materia, la forma concisa e talora telegrafica.

Questo volume, che esce a breve distanza dalla Vittoria e dall’occupazione italiana, in un periodo di rapidissima trasformazione dell’Impero da poco aperto, dopo il millenario isolamento, al soffio della civiltà, ha, naturalm., scopi e caratteri particolari. Infatti, per ora, si può appena parlare di turismo nell’Impero, che pure ha elementi di base per un notevole sviluppo turistico. Questa prima guida vuole invece, da un lato, servire come pratico orientamento agl’Italiani che si recano nell’A.O.I. e dall’altro offrire a coloro che desiderano dati e informazioni su quei territori una documentazione succinta e di rapida e facile consultazione. Nonostante le incertezze e le lacune, inevitabili nella prima descrizione «guidistica» di un paese in parte ancora poco o imperfettam. conosciuto, l’opera vuole essere un contributo efficace alla conoscenza e alla valorizzazione dell’Impero.

Il Turismo nell’A.O.I. — L’A.O.I. ha in sè tutti gli elementi necessari e sufficienti per uno sviluppo ragguardevole del turismo. Essa comprende zone indubbiam. tra le più belle e più varie non solo dell’África, ma del mondo, e dove il clima vi rende gradevole il soggiorno dell’europeo come in poche altre regioni del continente nero. Il fascino di questo selvaggio paese dai violenti contrasti, ove s’incontrarono e si sovrapposero innumerevoli genti e linguaggi, civiltà e religioni diversissime in una vicenda confusam. intuibile, terra densa di storia e di leggenda e d’imprevisto, ove la vita umana si svolgeva pur ieri come ai tempi biblici, è stato profondam. sentito dai nostri grandi esploratori africani e lo subiscono ora i nostri pionieri, che trovano spesso nelle forme del paesaggio un qualche richiamo alla Patria.

Anzitutto, il paesaggio è estremamente vario e grandioso. Dalle rive deserte e soffocanti del Mar Rosso, dalla allucinante distesa di lave nere della Dancália si sale d’un balzo all’altipiano eritreo, da cui si ergono le ambe di Senafè e di Ádua; di là scendono i fiumi al bassopiano occidentale, vasta riserva di caccia, e alla piana sudanese. Al di là del Tacazzè, si stagliano nel cielo le guglie e i torrioni dello Tsellemtì e il massiccio del Semièn, la più alta elevazione dell’Impero, con scenari che ricordano le Dolomiti. Scavalcato un altipiano, si scende nella conca di Góndar turrita, in vista del gran L. Tána; da un lato, i monti del Beghemedèr che con una successione di altipiani, profondam. incisi da valli precipiti, si collegano al-