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— Vitelli vivi, n.º 3. — Salati, pezzi n.º 3. — Riso, moggia, n.º 27 e mezzo. — Butiro fresco, libre n.º 40. — Paglia, carra n.º 22. — Denari contanti lire 33, soldi 19. — Moggia numero 10 mistura, come di basso.
„ Il giorno di S. Giovanni Battista nostra festa patronale, quale corre alli 24 di giugno, che allora fu in lunedì, venne a Busto l'illustrissimo signor conte Carlo Marliano, nostro signore, successore in quel punto alla felice memoria del signor conte Luigi suo zio, il quale trovandosi nel borgo di Marliano passò a miglior vita. Il nipote, dico, per possesso della eredità acquistata diede moggia dieci di mistura, per elemosina alli poveri della terra, mostrando a prima vista animo generoso ed amoroso verso il suo popolo di Busto.
„ Venne a cavallo, nè smontò, nè entrò, si fermò appena mezz'ora, per intendere dal signor prevosto come passavano le cose della pestilenza e del morbo contagioso, quale allora passava assai bene, perchè per due e tre giorni continui nessuno morì, e in quel tempo la città di Milano andava tutta a fiamma e fuoco per il grande incendio della peste, di modo che tutti fugivano, perchè ogni giorno ne moriva quattrocento e cinquecento, cosa veramente spaventosa; e fu giudicato che le persone restando in città non si potevano salvare, quantunque si tenessero serrate le boteghe, nè vi fosse alcuna sorte di contratti di mercanzia, nè di altra cosa, fuori mangiative, per il sospetto del morbo contagioso che regnava nella città in supremo grado. Ed in conseguenza per prova della verità, il dì dopo la festa di S. Giovanni, venne a Busto, a bella posta mandato dalli Tribunali della Sanità, un commissario a pigliare otto monatti; di quelle persone infette quali erano state in quarantena per servizio della città, accordate a lire quattro il giorno, e le