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del commercio universale di tutte le altre terre, non potendo contrattare con altri, ne contrapassare la finia del nostro territorio sotto certa pena pecuniaria alli contra facenti, ma non già pena corporale, nè bando della vita, a fine non si trasgredisse col pericolo altrui li ordini dati da così alto e supremo Tribunale.
„ In questo mentre fu mandato un commissario quale antivedesse tutti i bisogni, e riferisse minutissimamente il seguito e successo di tutte le cose e della malignità del contagio, il quale sempre si è mantenuto sano e salvo. Ma perchè pareva che non fosse sufficiente, nè troppo abile all'impresa, nè al bisogno della terra, essendo quasi come uomo morto a li negozi della Communilà, ne fu ricercato un altro, quale fosse più attivo, si come ricercava la necessità del fatto. Venne un certo quale si chiamava l'Erba, uomo veramente capace assai della professione, con esso lui menò in compagnia un suo figliuolo; e perchè morivano delle persone molto ricche, che lasciavano delle eredità molto commode, e la casa piena di molte cose necessarie al vivere, per così dire quasi senza eredi, come in particolare dove si facevano grosse postarie, ben fornite d'ogni vittovaglia e di ogni sorta di vivande e squisite per uso di ben mangiare, questo povero commissario per interesse della gola e del guadagno entrava in quelle stanze e si serviva della commodità, pigliando delle carni salate, dei presciutti, dei salciccioni, de'buoni formaggi e robiole; come in particolare fu della casa di messer Giovanni Maria Crespi da Rolfo, e la cosa durò per qualche giorni, si come anche fece in casa di un nostro sacerdote per nome prete Leone Pozzo. Di poi per divina disposizione detto commissario cascò nel morbo contagioso, del quale in tre giorni soli miseramente finì la vita, e fu portato al La-