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un dì di Venere, e erano già morti in tre mesi di febraio, marzo ed aprile fin al numero di 450.

„ Nell'istesso tempo furono piantate sessanta baracche, dove si reponevano tutti li infetti e appestati, e, crescendo il numero, furono accresciute le capanne sin al numero di cento e più ancora, e le baracche erano distanti dal luogo dove si sepelivano li cadaveri braccia venti, avanti le quali così poco discosto vi era piantato una cappelletta d'asse1 e un altare posticcio, la dove si celebrava per li ammalati delle capanne ogni festa. Questi ammorbati erano diligentissimamente serviti e per li medicamenti e per il buon governo di vivere, ai quali non mancavano buona carne di vitello, ova fresche, butiro, brodo, buone minestre, vino ancora a chi si poteva dare matina e sera. Il luogo poi che fu benedetto per sepelire li morti, fu chiamato di commune consenso Santo Gregorio in Campo Santo, al quale da diversi defunti fu lasciato dinari di fabricare la chiesa in detto lazaretto.

„ Fu ancora sospettato e da molti tenuto per certo e sicuro, che fosse morbo fatturato: perchè l'anno 1629, ma più l'anno 1630, l'imperatore Ferdinando aveva posti due eserciti grossissimi; uno sotto la città di Mantova per assedio, l'altro sotto la città di Casale Monferrato; le quali città erano pretese da un certo principe d'Anversa francese, e per gelosia di ragione di Stato il re di Francia calò con molti eserciti da tutte le bande, per difendere queste due città assediate; ma però, come si dice e si crede, con l'intelligenza de'Veneziani e dell'altezza di Savoia del duca Emanuele, e calò con tanto e numeroso esercito, che di necessità li fu dato

  1. Fu surrogata da una cappelletta in cotto intitolala a S. Barnaba, stata atterrata or son due anni