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III.


Battaglia di Legnano — Condizioni civili —
Altri fatti fino al chiudersi del secolo XIV.


E quì la celebrità dell’avvenimento mi richiama al pensiero il Congresso di Pontida, ove le città lombarde fecero senno, ammaestrate dalla trista esperienza della lor divisione. Adottata la stessa politica e li ordinamenti stessi per cooperare con forze unite a scacciar di Lombardia il Barbarossa, là si strinse una lega d’interessi, i quali, ravvivando il sentimento nazionale, gittarono semi di energia anche in quella classe di popolo che è condannata all’ignoranza e alla fatica materiale. Ciascun sasso, ciascuna zolla, che pur poc’anzi calpestava indifferente il terriere di Legnano, di Borsano e di Busto, parla di quella battaglia sì famosa negli annali milanesi, che tanto elevò il nostro valore sopra le armi del temuto Enobarbo.

I Milanesi, presentendo che l’imperatore circondato da principi tedeschi stava per recarsi da Como a Pavia, città devote alla causa imperiale, adunarono un grosso esercito composto anche di milizie bresciane, veronesi, piacentine, novaresi, vercellesi e lodigiane. Con queste forze e co’l loro carroccio s’avviarono a Legnano, a fine d’impedire che le truppe imperiali e comasche s’unissero colle pavesi. Infatti l’imperatore, movendosi da Cairate il 29 di maggio del 1176 co’l suo esercito alla