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un monastero detto vecchio sotto la regola di S. Benedetto e a cui S. Carlo aggregò nel 1576 le monache del monastero nuovo o di S. Girolamo fondato da Orsina Candiani, durante il dominio del duca Filippo Maria Visconti, e per il quale il fratello di lei Antonio, paroco di S. Giovanni, aveva offerto nel 1441 una casa e diversi altri beni. Moglie d'un Filippo Visconti, allora governatore del borgo a nome de'Milanesi, era Giovanna Bernerio, sorella del vescovo di Lodi, la quale, essendo vincolala da alcuni voti, ne venne sciolta a patto che contribuisse una grossa somma di denaro per la costruzione del nuovo monastero. Infatti un diploma del duca di Milano, dato il 16 di settembre del 1453 (Doc. N.º IX) alla monaca Orsina Candiani, prova che il nuovo monastero era già incominciato sopra un'area posta nel borgo e di proprietà della supplicante stessa. Nel documento si concede alla Candiani di far acquisto sotto qualunque titolo di tanti beni immobili fin al valore di mille fiorini d'oro pe'l sostentamento di lei e delle consuore.

S. Carlo stimò opportuno di congiungere non solo le suore, ma anche i riti, ordinando loro di portare le vesti nere, e recitare l'officio secondo il rito ambrosiano: pratiche proprie del monastero nuovo e dell'ordine di S. Agostino. Volle che si uniformassero tutte alla regola di S. Benedetto, e riconoscessero una sola priora ed abbadessa. Nel resto dovevano osservare il prescritto dalle Costituzioni pontificie e dai concilj provinciali della chiesa milanese. Le quali disposizioni, benchè potessero credersi per sè sufficienti al retto governo delle religiose, non bastarono punto a spegnere nelle più scrupolose il desiderio di una riforma. Il perchè, con molestia delle compagne, tentarono quelle introdurre