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fin dai primordj di Roma. [...] le tracce che lasciarono contribuirono all'accrescimento delle scuole pie le quali si difusero non solo nelle città, ma anche nelle borgate e nei paesi di minor importanza. Infatti nel nostro borgo, come abbiam già veduto, sotto le rispettive chiese, queste fratrie erano non poche, anzi dagli atti Arcivescovili si desume che comprendevano più della metà degli abitanti. Verso la fine del secolo XVIII però cessarono anch'esse quasi tutte di esistere con la suppressione degli Ordini religiosi.

Case d'Umiliate. — Monastero e sua chiesa. — Le monache Umiliate1 di Busto Garolfo furono costrette a ripararsi a Busto Arsizio per essere state spogliate de' loro beni e diritti, non si sa precisamente il quando, ma al certo prima del 1245, come si deduce da una pergamena di quell'anno. In un catalogo poi del 1554, usufruittato dal Tiraboschi, non è indicata alcuna casa di frati, ma sì due di suore. — Domus de la Piscina in Busto Arsicio Magno sorores tres, de Platea ibi supra sorores sex. Questo scrittore però opina che lo scarso numero delle conviventi abbia fatto che queste due case si congiungessero appresso in una sola, dove, giusta il cronista Crespi, è fama che fiorisse Verfiore Castoldi monaca in voce di santa. Sorgeva in Busto

  1. Quest'ordine ebbe origine da alcuni milanesi liberati dalla prigionia (1017), che avevano sofferto presso l'imperatore Enrico II per essere stati partigiani di Ardoino re d'Italia. Si rese celebre prima per santità, poi per ricchezze ammassate nell'esercizio del trafico delle lane, e finalmente per rilassatezza che indusse Pio V ad abolirlo nel 1571, poco dopo il noto attentato contro la vita di S. Carlo. Nella sola città e campagna di Milano il Tiraboschi (Vet. Hum. Mon.) su l'enumerazione di un catalogo del 1208, a cui altre case aggiunse colla scorta de'documenti, annoverò circa 230 sedi d’Umiliati, donde conchiuse che fosse l'Ordine il più moltiplice in conventi.