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si rinovarono le opere interne a ristauro della vòlta e delle pareti laterali a spese del curato Giovanni Bossi sotto la direzione dell’ingegnere Giuseppe Rossetti; ma ciò non bastando a fronte delle private elargizioni per ridurre in istato di stabile sicurezza l’edifizio di questo maestoso tempio, la Fabriceria domandò ed ottenne l’abilitazione a contrarre un prestito di lire dieci mila.
II secondo altare a destra di chi entra nel tempio di S. Michele presenta un quadro a tempra assai prezioso, ma guasto, che raffigura la Vergine seduta, avente su le ginocchia la salma di Cristo, lavoro del Borgognone o della sua scuola.
Il campanile è antico e fu eretto sur un avanzo di una delle sette torri, come può vedersi anche oggidì. Li affreschi che ornano il già cimitero presso la chiesa appartengono al fu ricordato canonico Bellotti.
Da un lato sopra la porta della casa della Torre, posta nella via detta parimente di S. Michele, vedesi un affresco alquanto deperito nella parte inferiore prossima all’arco; il dipinto ritrae dalla scuola lombarda della fine del secolo XV. Vivido e bello ne è l’impasto, ma poco felice il disegno; che rappresenta il Padre Eterno seduto sopra una nube e portante in una mano il globo.
In varie parti del borgo poi e delle cascine dipendenti sono sparse delle pitture murali di poco o nessun pregio.
Ben diversa dall’odierna è la maniera che una volta sì seguiva nell’elezione dei paroci in città ed in campagna. Il vescovo aveva quasi nessuna ingerenza, non solo riguardo ai benefizj di juspadronato, ma anche su quelli la cui nomina era elettiva. Nella nostra diocesi la nomina dei curati spettava ai parochiani tam de iure communi, quam consuetudinario totius ecclesia ambroxianae.