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Così pure per diritti su la decima dei generi campestri, insorse nel 1759 una contesa tra la nostra collegiata di San Giovanni Battista e la Communità di Solbiate Olona. I canonici sostenevano d’aver diritto ad una decima dai terrieri di Solbiate su i frutti raccolti in quel territorio, ma veniva loro dinegata finchè ne avessero provala l’origine e la legitimità con la produzione dei titoli, giustificati. Il Senato a cui si rivolsero i canonici di Busto volle che essi continuassero a riscuoterla fino a decisione definitiva. Oltre Solbiate, erane tenuti a pagar decima alla collegiata di Busto, anche le terre di Solbiello, Fagnano ed Olgiate Olona.

L’uso di publici mercati detti nundinae dai latini, e cotanto utile all’umana società fu introdotto in tutta Italia fin da’ tempi della republica Romana e massime in Lombardia, ove non v’ha quasi città, borgo o terra che non ne conti alcuno. Considerando quindi che il nostro borgo, si pe’l numero degli abitanti, come pe’l florido suo mercimonio, era uno de’ più cospicui del ducato Milanese, Carlo V con diploma del 24 di giugno del 1543 (Doc. N, VIII) ci accordò la facultà di potere ogni venerdì tenere publico mercato di vittovaglie, biade, legumi e bestiame, e qualunque altra sorte, di generi ed altresì due publiche fiere ogni anno per quattro dì continui, principiante l’una nel giorno di S. Luca in ottobre, l’altra dopo le feste di Pasqua di Risurrezione, o con quelle immunità che a quei tempi godevano le fiera dei borghi di Monza, di S. Angelo e di Lonate Pozzolo.

Siffatto privilegio imperiale fu poi interinato dal Senato il 19 di ottobre del medesimo anno, quanto al mercato che tiensi costantemente anche al dì d’oggi in venerdì; ma non così rispetto alle due fiere, poichè l’una non fu più accordata da quella magistratura, essendo