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sentare i buoi grassi a diversi principi d’Italia alcuni suoi famigliari, cioè a Venezia Giovanni Francesco degli Attendoli, a Ferrara Giovanni Maria Visconti, a Mantova Michele da Vigevano e in Monferrato Cristoforo Renna. E qui parmi opportuno di accennare che i duchi Visconti e Sforza solevano festeggiare la solennità del Natale insieme coi loro feudatarj, che venivano perciò in tale occasione invitati con lettere particolari a recarsi in città per onorare il Principe e la Corte, e probabilmente assistere eziandio al banchetto del bue grasso. Ma da alcuni documenti del 1476 e 1477 si scorge che furono dispensati da questa gita, senza che se ne adduca il perchè.

Nell’anno 1644, considerando i Bustesi che fa prestazione delle primizie al clero a taluni riusciva odiosa ed anche incommoda agli stessi sacerdoti, i consoli e i consiglieri nell’intento di liberare i paroci da questa molestia imposero al Commune stesso l’onere di pagare ogni anno la somma di L. 550. Queste si dovevano consegnare al paroco di S. Giovanni per mano del tesoriere communale in luogo della decima delta lo starolo su le granaglie, su’l vino1, cui giusta un’antica tradizione i borghigiani avevano offerto ne’ primi tempi a beneficio di un secondo sacerdote parochiale. La costui presentazione asserivasi parimenti essere un diritto del Commune, benché fin da’ tempi di S. Carlo quella porzione fosse stata suppressa ed unita alla prebenda prepositurale.

  1. Consisteva in uno stajo di granaglie per parte de’ principali abitanti e massaj e di tre quartaj per ciascun focolare dagli altri di minor conto, non che in metrete due di vino ogni anno, o sia quaranta brente. La metreta era una misura di 60 staja.