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dell’intera annata. V’era un podestà fornito d’abitazione e di annue lire 200. Le entrate delle banche civile, communale, criminale e camerale erano assai meschine; poche confische tornavano utili al feudatario, di modo che tutto il pregio del feudo consisteva nel numero dei focolari. I dazj poi in virtù di un contratto spettavano alla famiglia di Luigi Visconti che li avea acquistati da certi signori Villani di Trezzo, ai quali erano pervenuti insieme con quelli di Lonate Pozzolo e Castano per concessione del duca di Milano Francesco I Sforza (23 d’aprile, 1455) in compenso della restituzione del castello di Trezzo e della pieve di Pontirolo già tenuti dai suddetti Villani.
In documenti del secolo XV si trova menzione dell’onoranza del Bue grasso che i Milanesi dovevano corrispondere al loro duca nella ricorrenza delle feste natalizie. Un tal debito non era peculiare ai soli abitanti di Milano, ma vi andavano suggette anche alcune delle principali terre del contado. Infatti un atto del 18 di agosto del 1496 m’insegna che i procuratori del duca vendettero a Giovan Tomaso di Castelletto varie regalie, compresa quella del bue grasso, per il quale ogni anno i Communi di Busto Arsizio, Gallarate, Legnano, Melzo e Saronno dovettero quindi innanzi pagare L. 141.14 e soldi 15 imperiali ciascuno, e quello di Abbiategrasso soltanto L. 97 e soldi 4 imperiali.
Il duca Francesco Sforza con atto del 9 di novembre del 1452 aveva donato al cav. Luigi Bossi il diritto alla percezione di 50 ducati d’oro dovutigli per l’onoranza del bue dall’abbate di S. Simpliciano “in festis nativitatis cujuslibet anni ex veteri consuetudine per illustrissimos precessores nostros indita.„ Da una nota poi del 1467 rilevasi che il duca Galeazzo Maria Sforza delegò a pre-