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compiuti, imperocchè ogni maschio o femina, arrivati a questa età, dovevano pagare tre soldi. La seconda classe era formata da tutti i maschi che avevano raggiunto l’anno decimottavo e dalle donne maritate; quelli erano caricati sopra li altri da un censo di denari quattro, queste di soli due1. A norma di una convenzione del 18 di dicembre del 1551 fra la Communità e i terrieri stessi di Busto, confermata con lettera ducale del 1532, i secondi si obligarono a pagare un determinato censo sopra lavori; ma questo su’l principio del secolo XVII pare già abrogato in forza dell’invalsa consuetudine contraria.

Le note guerre combattute dai Governatori Spagnuoli nell’alta Italia si trassero dietro gravezze straordinarie pe’ i pagamenti delle truppe che tratenevansi in Piemonte. Anche il feudatario di Busto, stretto dal Procuratore generale delle armale Cesaree per lo sborso di una grossa somma come importo dell’anno 1542, dovette far valere i diritti delle proprie investiture per togliersi alle conseguenze d’ingiuste e gravose intimazioni.

A dimostrare la ristrettezza del Commune basterà dire che, a malgrado dell’ambizione municipale di quei tempi, fu chiesto con formale petizione nel 1565 che non si deputasse un podestà per Busto Arsizio, ma piuttosto si riducesse la terra (come era prima che venisse infeudata) sotto la giurisdizione del Seprio, e quindi dipendente da quel capitano, con che sarebbesi procurato l’annuo risparmio di lire duecento. Tuttavia la

  1. Consta che in un convocato generale tenuto il 30 di dicembre del 1801 fu approvata la tassa personale su i maschi dagli anni 14 ai 50 affine di moderare la sovrimposta generale su i censiti e di sollevare in qualche parte il Commune già di troppo sopracaricato.