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glieri poi, non si rimovevano dal loro officio se non dopo che avessero coperto il Consolato. Per comporre il Consiglio dei 20, si toglievano da ciascuno dei 4 quartieri del borgo individui, i quali tutti dovevano essere nati in Busto e discendere da’ progenitori che vi, avessero a lungo dimorato. Fra i detti 20 si contavano i consoli stessi, e quattro altri consolari, cioè a dire (come già presso i Romani) uomini avevano sostenuto il consolato. Un’antica consuetudine portava che i consolari rimanessero tra i consiglieri per un semestre, spirato il quale, si escludevano dal consiglio, nè più vi erano ammessi per tutto il prossimo triennio. Quindi, allorchè erano da crearsi nuovi consoli, nei tempi prescritti (al principio di genajo, o di luglio) primieramente si sceglievano quattro borghesi da surrogarsi al consiglio ai consolari, che dovevano rassegnare la cariche. Questi quattro consiglieri venivano letti dai i quartieri del bórgo,cioè uno per quartiere. Allora i consoli proponevano al consiglio dodici tra li stessi consiglieri cioè 3 per regione, affinchè in ciascuna terna si scegliesse un console, che presiedesse al proprio quartiere, ed era permesso di proporre tra questi 12 non solo quegli individui che figuravano già nel novero degli stessi consiglieri ma eziandio o tutti o alcuni de’ quattro nuovi surrogati ai consolari: Di quei 12 poi si notavano i nomi in separate schede, e riponevansi in un’urna, e quegli di ciascuna terna, il cui nome estraevasi a sorte pe’l primo, era assunto al consolato. Tale era il metodo di eleggere i consoli, ed i consiglieri.

Il consiglio agiva indipendentemente dagli altri estimati anche quando trattavasi d’aver denari a mutuo. Li estimati poi, salve poche eccezioni non, intervenivano che ai consigli risguardanti le imposte. Spettava