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Quegli, ogni volta che era d’uopo, nominava un Fiscale, che assisteva il pretore nelle cause, criminali, e un Collaterale, dello adparitor, stipendiato dal Commune. Aveva egli inoltre il diritto di locare la carica di notajo del tribunale criminale, ma ai consoli, ed ai consiglieri era riservato lo scegliere il notajo del tribunale civile. Ambedue i notaj assistevano il pretore nel giudicare; il primo di essi registrava le cause criminali il secondo le civili.

Fin dal 1531 il consiglio di Busto era composto di quattro sindaci che chiamavansi consoli, e di quattordici consiglieri ch’erano sempre assistili dal podestà o suo luogotenente. I borghigiani, se bene tutti intervenissero alla deliberazione dei propri affari, pure dovevano stare alle decisioni del consiglio; i quattro consoli poi per dovere del proprio istituto erano tenuti a curare con tutta sollecitudine l’esecuzione dei decreti emanati dal pretore, e di riferirgli, entro un termine prescritto, i delitti commessi in Busto, e nelle terre dipendenti. Indicavano ogni anno ne’ primi di genajo tutti quelli che, per aver oltrepassato i 7 anni, erano colpiti dal censo e dai pesi camerali. Così pure, a tutte le aste, che si tenevano in nome del Commune, i consoli intervenivano su’l luogo co’l cancelliere communale, e facevano riportare il tutto sul libro delle aste. Insomma attendevano ed invigilavano a tutto ciò che toccava il publico interesse, riferendo in consiglio li affari più gravi. I Consoli stavano in carica, un semestre; li altri consi-


    Dal 1373 al 1579 insorse una contesa tra il conte Paolo Marliani feudatario di Busto da una parte, e il magnifico giureconsulto Gerolamo Rasini e fratelli Visconti per l’altra, perchè questi ricusavano di prestare il giuramento di fedeltà al Marliani, dichiarando di non essere suoi sudditi. Ma in questo carteggio da me esaminato non si ha la decisione finale.